L'esitazione di Heria (da Oblivion, Primavera di Aithea)

Heria proseguì per tutta la notte dopo aver attraversato decine di villaggi distrutti dalle fiamme. Sapeva che tutto quel sangue era stato sparso a causa sua. Era certo che qualcuno lo stesse seguendo richiamato da quel fiore che era apparso sul suo petto.


Piangeva Heria.

Cosa avrebbe fatto pur di salvare quelle povere vite innocenti!
Non poteva più tirarsi indietro. Il suo destino era ormai segnato ma la paura di non farcela non lo aveva mai abbandonato. Dopo tutto era ancora un ragazzo e il peso delle responsabilità si faceva sentire ogni instante di più. Era stanco ma non poteva fermarsi. Aveva già perso del tempo per recuperare lo scrignetto dove aveva riposto l’ultimo cristallo di Aithea e ora non poteva esitare oltre.
Kiba, invece, non ce la faceva più. Aveva trasportato Heria correndo ininterrottamente ed ora aveva rallentato. Il giovane cavaliere scese più volte dalla sella cercando di alleviare le sofferenze del suo destriero ma non poteva continuare così. Si fermò.


“Heria! Heria!”


Nell’oscurità della notte, un volto emerse dal nulla.

“Chiudi gli occhi e lentamente vieni a me…”

                                 No, no..

Heria! Heria!
                                                          “Non ascoltarlo!

       …vieni..

                                     Heria!

                                                Svegliati!


                                Padre!

Heria! Svegliati!

                                                        Isabel!!!


Dalle rovine, la sua voce l’aveva salvato.


Era caduto nel sonno profondo di chi, stanco, non ha altra scelta che cedere alle lusinghe dell’oscurità. Ma lui l’aveva sentita. Aveva ascoltato il suono delle sue lacrime perdersi in un oceano di disperazione.
Sola.
Sofferente.
Ancora viva.

Si era destato e aveva preso a correre più veloce di prima".


da Oblivion, Primavera di Aithea

da qui è stato tratto "Interlude - The Hesitation" de "Scenes from Oblivion" - Sipario



Commenti